E se l'AI non entrasse mai nelle PMI? Il paradosso italiano
Un'analisi del perché molte piccole e medie imprese italiane vedono ancora l'intelligenza artificiale come qualcosa di distante e la difficoltà a livello manageriale di adottare questa tecnologia. Come si può cambiare questa mentalità e superare il gap?
10/21/20243 min leggere
L'intelligenza artificiale potrebbe essere la rivoluzione più significativa della nostra epoca, con una crescita del 157% delle richieste di competenze in questo campo negli ultimi cinque anni. Eppure, molte piccole e medie imprese (PMI) italiane la vedono ancora come qualcosa di distante, quasi alieno rispetto al loro core business. Questo atteggiamento ha radici profonde, soprattutto a livello manageriale, dove manca la comprensione di come l'IA possa migliorare effettivamente i processi e contribuire alla crescita aziendale.
La carenza di competenze digitali nelle PMI
Un recente studio di 4.Manager, che ha coinvolto numerose aziende italiane, evidenzia che la mancanza di competenze digitali rappresenta il principale ostacolo all'adozione dell'IA. Secondo i dati raccolti, oltre il 55% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere difficoltà a trovare figure con le competenze adeguate per guidare l'integrazione dell'IA. Non sorprende quindi che meno del 55% delle aziende italiane abbia integrato nuove figure professionali legate all'IA nell'ultimo anno. La resistenza al cambiamento, unita a una limitata comprensione delle applicazioni pratiche dell'IA, crea un paradosso tutto italiano: da un lato c'è la necessità di innovare, dall'altro una reticenza a investire in formazione e trasformazione digitale.
Il ruolo dei manager nel gap tecnologico
Il problema risiede soprattutto nei livelli manageriali. Spesso i manager delle PMI non hanno la visione strategica necessaria per integrare efficacemente l'IA nei processi aziendali. Mancano le competenze per identificare le opportunità offerte dall'IA, frenando così la competitività delle imprese. Senza una leadership consapevole, l'IA rischia di restare un concetto astratto, incapace di trasformarsi in valore concreto.
Come superare il gap: formazione e soft skills
È possibile cambiare questa mentalità? Sicuramente sì, ma serve un approccio che metta al centro la formazione continua, non solo tecnica ma anche trasversale. Le competenze tecniche, come la gestione e l'analisi dei dati, sono fondamentali per affrontare le sfide della digitalizzazione, ma altrettanto importanti sono le soft skills come il pensiero critico, la capacità di adattamento e la gestione del cambiamento. Ad esempio, in un'azienda manifatturiera, un team con solide capacità di adattamento è stato in grado di sperimentare soluzioni IA per ottimizzare la produzione, superando le resistenze interne e adattando rapidamente i processi in base ai risultati ottenuti.
Proposte per colmare il gap tecnologico
Un possibile punto di partenza potrebbe essere lo sviluppo di iniziative formative specifiche, in collaborazione con università, istituti tecnici superiori (ITS) e centri di formazione. L'idea è quella di creare percorsi agili e mirati, che possano aiutare i manager a comprendere le potenzialità dell'IA e ad applicarle nel contesto specifico delle PMI. Un'altra soluzione è favorire la creazione di reti di condivisione delle buone pratiche tra le aziende che hanno già intrapreso il cammino dell'IA, per aiutare le altre a superare il timore del cambiamento.
ll cambiamento parte dalla mentalità
Il vero cambiamento, però, parte dalla mentalità. Se i leader aziendali non vedono l'IA come uno strumento per creare valore, difficilmente le PMI riusciranno a superare il gap digitale e sfruttare appieno le opportunità che questa tecnologia offre. E se l'IA non entrasse mai nelle PMI? Sarebbe una grande occasione persa per il tessuto produttivo del nostro Paese, un paradosso che rischia di lasciare le nostre aziende indietro rispetto ai competitor internazionali. Le PMI potrebbero iniziare investendo in formazione manageriale sull'IA, collaborando con esperti e adottando un approccio graduale per integrare tecnologie IA, evitando così di perdere il treno dell'innovazione. Sta a noi decidere se vogliamo essere parte del cambiamento o restare ancorati al passato.